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codici “segreti” dei dischi originali in vinile


a cura di Fabrizio Pezzolo e Marco Reverberi - 2007


Molti collezionisti hanno problemi relativi all’acquisto di vinili originali. Convinti di aver acquistato l’originale, si ritrovano con una terribile e deludente “ristampa” tra le mani. Ma facciamo attenzione, si potrebbe trattare di una ristampa originale. Prendiamo ad esempio in considerazione le pubblicazioni delle grande case discografiche degli anni settanta. Le stesse case, o altre se in possesso dei diritti, saltuariamente ristampavano i classici di qualche anno prima. Non confondiamo però la ristampa appena citata con la “seconda stampa”, che veniva pubblicata da poche settimane a qualche mese dopo l’originale. In alcuni casi per la seconda o terza stampa, si riutilizzavano le copertine e le buste interne avanzate dalla prima stampa.


La temibile ristampa veniva pubblicata anche diversi anni dopo l’originale e riporta sempre un codice differente.


Per avere indicazioni certe sulla pubblicazione, occorre osservare attentamente il cosiddetto “deadwax-markings”, ovvero la codifica del disco che si trova (nei dischi ufficiali) stampato alla fine dell’incisione, tra l’ultimo lembo di vinile e la label (etichetta). Può essere incisa a mano, etichettata o stampata, più o meno in piccolo. Si possono trovare informazioni utilissime: l’anno di stampa, di quale stampa si tratta o quale casa di produzione (da non confondere con la casa discografica) ed altro ancora.


Un esempio pratico.


prendiamo l’album di JB’s - “Breaking Bread”.

Troviamo su label e copertina  il codice “PEOPLE 6604” , ma se osserviamo il DeadWax troviamo:


PE-6604-S-A-1-1.


Cosa significa?


PE: indica la casa discografica, in questo caso la PEOPLE.


6604: indica il numero di matricola, riportatato anche sulla label.


S o M: stereo o mono.


A o B: sono i lati.


I ( o 1) II (o 2) e così via: indica se prima, seconda o terza stampa.


Se quest’ultima indicazione non compare, allora troveremo probabilmente inciso “RE” ovvero “RISTAMPA” ed anche in questo caso a volte seguita dai numeri 2-3-4 oppure b-c-d eccetera, ad indicare di quale ristampa si tratta.

Nei vecchi 45 giri si trovano spesso indicazioni come l’intera data di stampa.


Importante:


Va detto che prima, seconda o terza stampa cosecutiva, vicina nel tempo alla pubblicazione originale, solitamente non influisce molto sul valore del vinile (tranne le ovvie e rare eccezioni) differentemente dalla vera e propria ristampa (RE) pubblicata anche anni dopo, spesso riconoscibile per copertina e label differenti, così come per colore e codice di stampa. Non dimentichiamo che le ristampe (quelle ufficiali) dalla metà del 1979 solitamente riportano anche il bar-code sul retro della copertina (prima non esisteva). Il caso più classico è rappresentato dal fortunatissimo (e splendido) album di Michael Jackson “Off The Wall” pubblicato in prima stampa nella prima metà del 1979. Dalla seconda metà dello stesso anno, il disco presenta il bar-code sul retro. La classica ed indiscutibile “seconda stampa”.


Spesso troviamo un pò spostate rispetto agli altri codici, indicazioni ben più tecniche.


Vediamone alcune:


MR: Monarch Pressing Plant Los Angeles


LH: Houston Recorders Pressing Plant Houston


PRP: Precision Records Press Nashville


R: Rainbo Pressings California


BPKS: RCA Pressing Plant


QCA: Queen City Albums Cincinnati


RITE: RITE Pressing Plant Cincinnati Ohio


X: Custom Matrix Pressing Plant


ZTSB/ZTSC/ZTSP/JZSS etc. - Columbia Pressing Plant


TM: Ter Mar Mastering From Chess Studios


STM/NR: Unknown Pressing Plant


Conclusioni.


Tutto questo vale certamente per gli album ufficiali pubblicati dalle grandi case discografiche, ma abbiamo ricevuto conferma da esperti e case discografiche anche per quanto riguarda pubblicazioni promozionali, mix o 45 giri, sempre che si tratti di pubblicazioni ufficiali delle cosiddette “major”.

Attenzione dunque se vogliamo assegnare alla nostra collezione il valore che si merita, tralasciando le ristampe (anche se originali) che hanno un valore sia storico che commerciale molto inferiore alla ristampa, soprattutto se pubblicata anni dopo.

Va specificato che per i mix il codice RE non significa necessariamente “ristampa”, Abbiamo verificato che nella maggioranza dei casi presi in considerazione, RE stava per “seconda stampa”...


Molta attenzione deve essere rivolta al fenomeno delle ristampe illegali. Negli ultimi anni abbiamo assistito alla inarrestabile proliferazione di falsi. Non si tratta delle ristampe di cui sopra, ma di vere e proprie copie false stampate in proprio senza averne acquisito i necessari diritti. Questo accade con album e soprattutto con i mix, i quali riportano più o meno fedelmente anche il deadWax dell’originale (che dovrebbe essere differente in quanto ristampa). Da questo si evince la manifesta volontà di truffare l’acquirente spesso riproponendo anche le buste in cartone con vari adesivi che si trovavano applicati ai mix in svendita negli anni settanta.